Perché il prezzo del petrolio è schizzato (e può aumentare ancora)
Il prezzo del petrolio ha mostrato nuovi massimi: perché il greggio è balzato e quali indicazioni per il prossimo futuro? L’oro nero può ancora aumentare, ecco perché...
Il prezzo del petrolio torna sotto i riflettori con un balzo ai livelli più alti da mesi: perché il greggio ha registrato il rally?
C’è da sottolineare che stamane le quotazioni hanno ridimensionato l’aumento della scorsa settimana, con oscillazioni sia per il WTI, che scambia a 85,54 dollari al barile, che per il Brent a 88,50 dollari al barile alle ore 9.30.
Il petrolio si è quindi stabilizzato, ma dopo aver toccato il prezzo più alto da novembre, sulla scia delle aspettative che i tagli all’offerta da parte dei leader dell’OPEC+ possano restringere il mercato. L’oro nero è schizzato nei giorni scorsi, di fatto anticipando una possibile tendenza al rialzo nei prossimi mesi. Ecco perché il petrolio può ancora aumentare.
Allarme petrolio: il prezzo vola
I prezzi del petrolio hanno archiviato la scorsa settimana raggiungendo il massimo in più di sei mesi, dopo essersi indeboliti nelle due settimane precedenti.
La quotazione WTI oscilla sopra gli 85 dollari al barile stamane 4 settembre, restando comunque su livelli elevati soprattutto in confronto con i prezzi di fine agosto. Nello specifico, dal 29 agosto a oggi, i futures sul WTI sono balzati di oltre il 6%. Il Brent ha registrato un +5,5% da martedì scorso.
I prezzi sono sostenuti dalle aspettative che i principali produttori mantengano l’offerta ridotta e dalle crescenti speranze che la Federal Reserve lasci invariati i tassi di interesse per evitare di frenare l’economia statunitense. Con una ripresa della domanda negli Usa e anche in Cina, dove il governo si sta muovendo per cercare di stimolare i consumi interni e il settore immobiliare, il rischio è che le forniture non bastino a incontrare la domanda, spingendo in alto i prezzi.
La principale spinta al greggio è arrivata in questi giorni dalla Russia, che ha annunciato l’estensione dei limiti alle esportazioni, con maggiori dettagli sulle riduzioni che verranno rilasciati prossimamente. I trader si aspettano che l’Arabia Saudita – che insieme a Mosca guida l’alleanza OPEC+ – segua l’esempio spingendo ancora di più i limiti volontari alla produzione fino a ottobre.
Perché il greggio può ancora salire: cosa sta per accadere
La strategia sui prezzi del petrolio dell’OPEC è tornata in prima pagina dopo alcune importanti dichiarazioni che lasciano presagire ulteriori rialzi dei prezzi del petrolio.
Nel dettaglio, il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato giovedì scorso che la Russia ha concordato con i partner OPEC i parametri per continui tagli alle esportazioni. Mosca ha già dichiarato che diminuirà le esportazioni di 300.000 barili al giorno (bpd) a settembre, dopo un taglio di 500.000 bpd ad agosto. Si prevede inoltre che l’Arabia Saudita prorogherà un taglio volontario di 1 milione di barili al giorno a ottobre.
L’amministratore delegato di Vitol, Russell Hardy, ha affermato in una conferenza di settore a Singapore che il mercato globale del greggio dovrebbe diventare meno rigido nelle prossime sei-otto settimane, ma le forniture di greggio acido, con un contenuto di zolfo più elevato, rimarranno limitate: “A causa dei tagli dell’OPEC+, non c’è offerta sufficiente (di greggio acido) per tutte queste complesse raffinerie in India, Kuwait, Jizan, Oman e Cina”, ha dichiarato.
Nello stesso incontro, Ben Luckock, co-responsabile del commercio di petrolio del Gruppo Trafigura, ha affermato che i tagli del gruppo hanno aumentato i prezzi, con “l’Arabia Saudita che sta facendo un lavoro eccezionale rispetto ai suoi obiettivi di mercato”.
L’offerta sarà davvero scarsa se i sauditi e i suoi alleati non invertiranno il loro piano di tagli alla produzione secondo Zhou Mi, analista del Chaos Research Institute di Shanghai. L’esperto prevede che i prezzi del petrolio ora probabilmente si sposteranno verso i 90 dollari al barile, con una domanda che sembra crescere.